mercoledì 26 maggio 2010

Aprile in Danimarca: Il viaggio di andata ottava parte

Finalmente siamo seduti. Un po' di relax. Con calma quindi adesso facciamo il check bagagli. No il check bagagli noooo!!!!! Stiamo per partire dai. Allora:
"Trolley Manuel? C'e'. Trolley Denise? C'e'. Trolley Grace? C'e'. Zaino PC ........" dopo 5 minuti "Guanti, cappello e felpa Manuel? Manca. Guanti, cappello e felpa Denise? Manca. Guanti, cappello e felpa Grace? Manca ...." Noooooooooooooooo abbiamo perso i guanti ed i cappelli dei bambini!!!!!!!. Ma come e' possibile, quando li abbiamo tolti? Ma no dai, li avevamo messi nel cestino indumenti insieme alla tua giaccavento quando eravamo al checkin bagagli a mano!. A proposito la tua giaccavento? Noooooooooooo .... non c'e' neanche quella!!! Belin, in Danimarca, senza giaccavento. Come andare a sciare senza gli scarponi o al mare senza costume. Disastro. Tra l'altro tuo marito non te ne avrebbe mai comprata una nuova per un mese.
Era tutto rimasto al checkin dentro una vaschetta.
Questo insegna che la rigidità degli schemi porta le persone a non considerare cio' che per un momento ne esce fuori. Quella vaschetta infatti non era prevista nello schema di trasporto bagagli (intendo io porto questo e ne sono responsabile, tu porti quest'altro e ne sei responsabile ...) e nessuno se ne e' preso cura. Cio' significa che anche in un gruppo dove tutto e' organizzato alla perfezione, e' necessario qualcuno che capisca quando e' arrivato il momento in cui lo schema deve essere superato dall'intuito e che ad un certo punto metta da parte il regolamento e punti dritto al risultato.
Per questo motivo, dopo sommario processo, si e' deciso che la colpa era mia, perche' non mi ero acorto che fosse rimasta ancora una vaschetta con gli indumenti.
E meno male che in una seconda vaschetta c'era pure la mia cintura!!
Avrei lasciato lì pure quella se dopo due passi non mi fossi ritrovato quasi in mutande.
Che bello, non avevo di fianco nessuno.
Avevo si davanti mia suocera, ma contavo sulla sua folle paura dell'aereo e quindi sapevo che difficilmente si sarebbe girata indietro per parlarmi. Si siede di fianco a lei una signora di Bergamo che scopriremo dopo e' 40 anni che fa avanti indietro con la Danimarca perche' va li a vendere trattori. E' la persona piu' adatta per stare vicino a mia suocera. Ha grande esperienza di volo. Mia suocera l'ha gia' fatta alzare almeno 4 volte perche' come al solito, di mattina, e' presa dalla sua passione irrsesistibile per il gabinetto e non poteva farsi sfuggire l'occasione di perlurstrare minuziosamente il cesso dell'aereo.
Nella fase di decollo la signora si gira quattamente e mi si rivolge a bassa voce.
Signora:"Pss, pss ..."
Io:"Che c'e'?"
Signora:"Sua suocera ha paura!!"
Io:"Eh allora?"
Signora:"Non e' che puo tenerle la mano sinistra che io le sto gia' tenendo la destra?"
Io:"Ma si figuri, ho 3 bimbi piccoli ed una moglie e devo star dietro a mia suocera?"
Signora:"Ma io non ho mai visto in 40 anni una con cosi tanta paura!!! Ha visto quante volte e' andata in bagno?"
Io:"Guardi che mia suocera' ha problemi di intestino, l'aereo non c'entra niente!!! Ne fa tanta cosi anche quando e' a casa!!! Soprattutto di mattina"
Quindi, atterrita dal mio linguaggio poco aulico, ma soprattutto dalla notizia che non le prometteva niente di buono per il proseguio del viaggio si e' mestamente girata.

lunedì 24 maggio 2010

Aprile in Danimarco: Il viaggio di andata settima parte

L'autobus prioritario si mette quindi in moto.
Quando sei sull'autobus pieno con bagagli e bambini, se non riesci a tenere tutti perche' non hai 5 o 6 mani, il mio consiglio e' quello di tenere i bagagli. Prima pero' devi dire ad alta voce ai bambini "Mi raccomando tieniti bene eh!!! Tieniti come puoi ma tieniti!!!". A questo punto succede di sicuro che qualcuno ceda il posto ai bambini od almeno si offra di tenerli. Questa tattica funziona sempre. Nessuno invece si offrirà mai di tenerti i bagagli.
Era la prima volta che vivevo l'esperienza dll'assalto all'aereo Ryan Air. Pensavo che sarebbe stata una situazione non proprio lineare e fluida ma non mi aspettavo che in questi momenti venissero meno le piu' elementari regole del bon ton e dell'educazione.
Quando il bus e' a 200 metri dall'aereo la gente inizia a guardarsi in cagnesco. Ognuno infatti ha la paura che quello di fianco voglia sedersi proprio dove si vuoi sedere lui.
Si inizia a sgomitare verso le uscite.
Quelli che sono in gruppo iniziano a parlare strettamente dei dialetti sconosciuti per non farti carpire le loro tattiche di approdo.
La nostra unica preoccupazione era quella di non lasciare niente sull'autobus.
Avevamo anche i due passeggini da mettere nella pancia dell'aereo prima di salire. Una bella menata. Ci avviciniamo all'aereo. La tattica e' quella di spedire mia suocera alla ricerca dei posti che poi noi avremmo occupato in seguito.
Era sicuramente la piu' adatta al compito. Come dire, ha proprio "Le phisique du role".
Bisogna essere piccolini e scattanti per infilarsi sulla scaletta sotto le ascelle degli energumeni tedeschi e danesi, deve sapere un minimo di inglese per interagire con l'equipaggio e deve avere abbastanza faccia da c... per riuscire a tenere 6 posti liberi da sola.
Non le mancava proprio niente.
Scendiamo quindi dal bus. Mia suocera parte come un missile ma nonostante questo ha davanti a se una ventina di persona. Noi ci stiamo dirigendo in fondo alla coda. Io sono rimasto piu' indietro perche' mi dovevo occupare principalmente dei bagagli e quelli non camminano, al contrario dei figli. Sono decisamente l'ultimo dell'autobus, quando noto che si apre pure il portellone dell'entrata dietro. Non lo nota nessuno. Beh io si. Salgo solitario la scaletta dietro. Arrivo in cima trascinandomi la maggior parte dei bagagli a mano di tutta la truppa. Lì trovo un tizio dell'equipaggio che mi dice "Biglietti prego!!!", belin come quando esci dall'ascensore di Spianata Castelletto e trovi i controllori. Infatti rispondo come faccio sempre in quella situazione "Ma ci vuole il biglietto pure qui? Me lo avranno gia' controllato almeno 5 volte!!! Ce l'ha mia moglie il biglietto. Mi faccia entrare che ho pure 3 figli e 2 suoceri al seguito, non vorra' mica che non riesca a stare vicino ai bimbi?". Questo mi guarda e dice. "Vabbè passi, me li porta dopo".
Quando un interlocutore, in una situazione del genere pronuncia questo tipo di frasi, sa benissimo che tu non gli porterai mai quello che chiede, ma almeno la sua coscenza e' apposto. Ha fatto piu' o meno il suo dovere e non ha rovinato la giornata a nessuno.
Io entro nella coda dell'aereo e quindi mi accaparro 4 file di posti. E si perche' c'erano almeno 3 persone che volevano stare a tutti costi dal finistrino. I bambini? No, che dite!!!Mia moglie, mia suocera ed io. Peggio dei bambini.
Mia suocera intanto lotta furiosamente in testa all'aereo per tenere pure lei i suoi 6 posti e quando mi vede urla a piu' non posso il mio nome per attirare la mia attenzione, contemporaneamente a quella di altri 50 passeggeri.
"Gianlucaaaa, Gianlucaaaaa, Gianlucaaaa .... sono qui, vieni che ci sono i posti!!!"
Purtroppo la forma scritta non riesce a descrivere il livello di fastidiosita' che produce un richiamo di mia suocera ma vi auguro di non sentirlo mai.
Io mi sarei voluto nascondere sotto i sedili dalla vergogna pero' mi sono fatto forza e a gesti le ho fatto capire che sarebbe stato meglio venire verso di me in quanto la situazione in coda era molto piu' tranquilla ed avremmo avuto il tempo per sistemarci.
Ci sediamo quindi in questa formazione.
Fila 1: Mia suocera dal finestrino
Fila 2:Io dal finestrino.
Fila 3: Mia moglie e con Manuel e Grace (che si e' rifiutata di stare vicino a me)
Fila 4: Mio suocero e Denise
Con questa mirabile formazione ci aprrestiamo a partire.
Io mi affloscio sul sedile e mando un sms alla Mamma.
"Stiamo per partire"

giovedì 20 maggio 2010

Aprile in Danimarca: viaggio di andata sesta parte

Escono tutti dall'ascensore dicendosi tra loro che doveva schiacciare l'altro e, mandandosi allegramente a quel paese, si uniscono a me che affannosamente cerco il gate. Lo troviamo dopo aver fatto due volte il giro dei vani ascensori per poi scoprire che l'avevamo a pochi metri. Bastava svoltare l'angolo sulla destra invece di girare intorno sulla nostra sinistra. Eccoci lì. Gia' da dieci giorni sapevo che sarebbe stato fondamentale riuscire a salire con un certo anticipo per cui avevo comprato i biglietti con la priorità. Non potevo permettermi che i bambini non stessero vicino a qualcuno di noi adulti, ma adesso che temevo di non riuscire neanche a prendere l'aereo questa esigenza passava in secondo piano. Daltronde pensavo che non esistesse persona che con un bambino incarognito vicino non avrebbe accettato uno scambio di posto. Arriviamo dal gate con la nostra pletora di bagagli. Come avevo previsto, i bambini, in una sorta di ammutinamento, avevano iniziato a farci delle leve sul trasporto dei loro trolley che quindi ci siamo ridistrubuiti tra gli adulti. Avevamo davanti una settantina di persone e noi eravamo miserabilmente gli ultimi.
Al che ho pensato. Ma non e' che questi sono senza priorita' e noi possiamo passare avanti? Cosi corro dalla tizia al banchetto superando tutti che mi guardano in cagnesco. Arrivo lì e dico:
"Mi scusi, io e la mia combriccola di disperati abbiamo la priorita', possiamo mica passare davanti?" Lei mi dice "Certo. Si sbrighi pero' che quelli con la priorita' sono gia' andati!".
Quindi chiamo tutta la mia banda che e' ancora in fondo alla coda urlando "Abbiamo la priorita' possiamo passare avanti!". Questi arrivano, ma invece di fermarsi al banchetto per mostrare i documenti, mia suocera lo supera bellamente e prende il corridoio che scende verso la pista. Viene richiamata dalla signorina e pesantemente insultata da me che ormai avevo perso il lume della ragione. Passiamo quindi tutti al banchetto e facciamo il corridoio verso la pista. In fondo al corridoio una cosa terribile. Le scale. E non solo le scale, ma pure una fila di persone lungo le scale. Mentre infatti nel corridoio, facendo camminare i bambini e trascinando tutti i bagagli con le rotelle, eravamo riusciti a stare uniti, la doppia combinazione scale piu' persone in fila ci avrebbe di certo separati. Infatti non eravamo in grado di trascinare giu per le scale cio' che trascinavamo nel corridoio. Ho detto loro di scendere e di andare verso l'auobus che portava all'aereo, io mi sarei occupato di tutto cio' che intermini di bagagli sarebbe rimasto nelle scale. Quindi loro vanno, ed io mi faccio per 3 volte le scale controcorrente (la gente infatti scendeva) per andarmi a prendere i bagagli a meta' scala o peggio in cima. In quel frangente non era raro sentire frasi del tipo "Ma chi e' quello stronzo che lascia i bagagli nelle scale?", oppure, "Che ci fa sto cazzo di passeggino qui?". Ormai io a queste situazioni ci sono abituato e non ci faccio piu' caso. Le persone normali invece le definiscono "classiche figure di cacca".
Quando ho portato tutto sull'autobus giallo che ci aspettava in pista, ed i miei si erano tutti seduti piu' o meno comodamente, esclamo "Meno male che avevamo la priorita' cosi siamo passati davanti!". Al che' l'autista dell'autobus esce dalla cabina e mi dice "Guardate, che l'autobus di quelli con la priorita' e' quello davanti. Dovete cambiare". Ma porc.put.mal .... quindi prendi i bambini, bagagli, suoceri e moglie, corri dall'autobus davanti digli di aspettare, tutti gli schemi saltano, l'autista dell'autobus prioritario mette furiosamente i bagagli nella pancia del pulman. Ed e' lì che mia moglie decide di fare il temuto check bagagli. Il famoso check bagagli consiste nel nominare tutti i bagagli ad alta voce e prenderne visione. Il check e' passato se ci sono tutti. Noooooooooooooo manca il suo trolley. Lei pensa di averlo lasciato al controllo bagagli a mano oppure che io l'abbia lasciato sulle scale. Insomma prende e parte a 200 all'ora su per le scale. L'autista dell'autobus mi guarda tra l'attonito e l'incazzato e non proferisce parola, mia suocera strilla qualcosa tipo "I bambini vanno da tutte le parti!!!!", senza ovviamente tenerne mezzo, mio suocero "Non ce la faremo mai, non ce la faremo mai ..." ed ormai ha quasi convinto pure a me. Al che disperato mi butto dentro la pancia del pulman, e belin lo trovo. Lo trovo!!!. Quello stordito dell'autista lo aveva imbelinato oltre gli altri bagagli. Era il primo bagaglio dei nostri che aveva messo dentro a nostra insaputa. Bisogna recuperare la Monica. Provo a telefonare non risponde. Me la immagino girare per l'aereoporto come superman, a velocita' della luce. Quando ormai non so piu' che fare, la vedo rispuntare dalle scale.
"Il tuo trolley è dentro!!!" Le dico. Saliamo sul bus. E' quasi fatta, quasi ....

sabato 15 maggio 2010

Aprile in Danimarca: Il viaggio di andata quinta parte

Ancora quindi c'era una flebile speranza di prendere l'aereo. Ad un quarto d'ora dalla chiusura del checkin i miei suoceri stavano andando al parcheggio. Spero che arrivino entro 10 minuti e che si riescano ad espletare tutte le formalita' sul filo di lana. Un po' come faceva Fantozzi per timbrare il cartellino.
Finalmente arrivano! Gli vado incontro, prendo le mie due valige (che poi sono dei trolley enormi) una per mano e li guido a suon di urla verso il checkin. Ohhhh una cosa che ci va bene!!!! Non c'e' neanche una valigia sovrappeso. Ottimo.
Ci dirigiamo quindi al controllo dei bagagli a mano. Qui e' il delirio piu' totale.
La generale Monica ha redatto un piano di battaglia a dir poco spartano. Ogni bambino deve trascinare il proprio bagaglio a mano (un piccolo trolley da 10 Kg) contrassegnato da un fiocchetto del proprio colore secondo lo schema a colori di casa Colla. E cioe' Denise-Rosa, Manuel Azzurro, Grace Verde. Ogni adulto ha la responsabilita' di un bambino oltre che del proprio bagaglio a mano. I piu' sfortunati tra gli adulti devono occuparsi pure di un passeggino.
Tutto fila piu' o meno liscio fino a che siamo davanti al tapis roulant dei bagagli a mano.
Qui salta ogni schema.
Innanzitutto appena arriviamo ci dicono che dobbiamo toglierci qualsiasi cosa di metallico che indossiamo e di mettere dentro le vaschette ogni cosa che non abbiamo addosso. Riempiamo 4 o 5 vaschette di portafogli, felpe dei bambini, cappelli, guanti cinture giacche a vento e chi piu' ne ha piu' ne metta.
Gli addetti incautamente ci prendono 2 bambini e li fanno passare oltre i tapis roulant. Bravi furbi, quando poi sono di là chi cazz li tiene? I primi che passano sono i miei suoceri che hanno il passeggini in mano che ci hanno fatto chiudere per passarlo sotto i raggi X. Peccato che passati dall'altra parte non sono in grado di riaprirli. Cerco di andare di là a farlo io e suonano mille sirene. Mi ricacciano indietro come un terrorista. I due bambini oltre i gendarmi sono allo stato brado con mia suocera che urla con la sua voce squillante "Monicaaaaaaaaaa, Monicaaaaaaaaa come si apre, come si apre??". Mio suocero e' cosi atterrito che "Non ce la faremo mai, non ce lafaremo mai ..." non lo dice neppure piu'. Si limita a pensarlo.
La figlia piu' piccola, che e' rimasta dalla nostra parte, inizia quindi a piangere perche' vuole andare dall'altra parte pure lei.
Metto sul tapis roulant il mio zainetto portacomputer. Avreste dovuto vederlo. Stava per esplodere. Ero riuscito a farci stare dentro: il PC HP, il net book di mia moglie, la media station, il lettore DVD da macchina, una web cam, le cuffiette, 10 DVD, videocamera e macchina fotografica digitale. Teoricamente avrebbero dovuto farmi accendere ogni dispositivo. Pero' hanno avuto pieta', piu' di loro stessi che di noi, e mi hanno detto: "Vadi, vadi pure ...."
Io sono l'ultimo ed ho un po di bagagli, gli altri, radunati i bambini, si apprestano a prendere tutti insieme l'ascensore che li porta su dal gate. Io vedo chiudersi il loro ascensore. Contemporaneamente si apre quello di fianco. Salgo da solo. Schiaccio uno. Mi aspetto di trovarli su, affannati, appena uscito dall'ascensore. Non ci sono.
"Ma dove sono finiti?" se non sono qui, non possono essere lontano. Corro con le due valige trolley + lo zaino in spalla per vedere di trovarli nelle vicinanze.
Niente. Torno indietro dall'ascensore. Ed escono ora.
Beh che c'e'? Non ci mettete anche voi a fare 1 piano di ascensore in 5 minuti?
Basta che la porta si chiuda ed ognuno pensi che a schiacciare il piano di arrivo sia stato qualchedun altro!!!

giovedì 13 maggio 2010

Aprile in Danimarca: il viaggio di andata quarta parte

Siamo arrivati a Bergamo. Non conosco nella maniera piu' assoluta lo scalo. Non so dove si fa il check in, non so quanto sia lontano il gate, non so dove siano i bagni .... insomma non so niente.
Intanto inizia a piovere. Cosa che notoriamente facilita il compito di chi deve portarsi dietro una marea di bagagli e una mandria di figli eccitati dalla novità dell'aereo. Ho deciso di dimenticare per un attimo i miei suoceri. Adesso penso solo ad imbarcare la mia famiglia. A loro ci penserò dopo. L'importante e' che si parta noi.
Passo di fianco all'aereoporto e come un fulmine mi precipito verso il parcheggio prenotato. Consegno le chiavi al tizio del parcheggio dopo aver scaricato bagagli e figli. Ci mettiamo in un angolino aspettando che arrivi la navetta. Nel frattempo arriva pure una compagnia di 6 o 7 ragazzotti milanesi vestiti per benino che parlavano tutti come Pozzetto nei film di 25 anni fa. Erano tutto un taaaaaaaaaaaaaaaaaaacccccccccccccccc e qualche uè figa. Non so come ci siano stati con noi e tutti i nostri bagagli ma sono entrati pure loro.
La navetta ci scarica nel parcheggio a 50 metri dall'entrata dell'aereoporto. Sembra una distanza breve. Ma voi non sapete quante pozzanghere riesce a calpestare mio figlio in 50 metri. Sicuramente lo sanno quelli che intorno a noi hanno contato gli insulti che gli ho urlato.
Sono le 9.10. Alle 9.40 chiudono il Checkin.
C'e' un tizio che poveretto si mette in coda dietro di noi .... pensa di fare presto. Ha scelto la nostra coda perche' nell'altra c'erano gia' 3 persone. Sapete, e' come quando andate alla posta e cercate la fila piu' corta. Poi quello davanti a voi, si proprio quello davanti a voi tira fuori dal taschino 57 bollettini. E voi tornate a casa quando il tizio della coda di fianco che avete preso per riferimento non solo e' gia' uscito ma ha anche digerito il pranzo che si e' pappato a mezzogiorno.
Ovviamente noi non possiamo completare il checkin perche' 2 bagagli li hanno i miei suoceri.
Ora e' il momento di telefonare per sapere dove sono.
Io:"Pronto, dove siete?"
Nonna:"Stiamo entrando in Bergamo"
Io:"Oh bene, allora all'uscita dall'autostrada prend .."
Nonna:"Che autostrada?"
Io:"Come che autostrada, non avete preso l'autostrada a Dalmine per uscire a Bergamo?"
Nonna:"No abbiamo parlato con l'albergatore che ci ha consigliato di passare per la strada normale. Ora siamo ad un incrocio con scritto (e qui cita 8 paesi che non ho mai sentito nominare) dove andiamo?"
A questo punto penso:"Ma se non sono bergamasco e ho fatto un'altra strada per arrivare in aereoporto, perche' pensa che io sappia dove devono andare?"
E dopo penso: "Non ce la faranno mai, non ce la faranno mai,non ce la faranno mai ....".
Pero' dico "Ma che ne so io!!!! Chiedete a qualcuno. Fra 25 minuti chiudono il checkin. Datevi una mossa! Quando arrivate all'aereoporto datemi un chiamo".
A volte la linea dura sortisce effetti quasi insperati. Dopo 10 minuti mi squilla il telefono. Sono qui in aereoporto. Mi precipito fuori. E' il momento dell'idea. Ci vuole un' idea. Non troveranno mai la strada per il parcheggio da soli.
Ecco, ecco sta passando di nuovo la navetta.
Schivo due pedoni, salto una pozzanghera supero un cancelletto alla "Olio Cuore 40 anni e non sentirli ...." e mi paro davanti alla navetta.
"Ue' pirla, sei impazzito?" esclama il conducente.
Io:"No mi scusi, la vede quella macchina là? Sono i miei suoceri devono venire a parcheggiare da voi. Li puo' aspettare?"
E lui "Si si, li faccia entrare qui in questo parcheggio, poi andiamo assieme!"
Vado dai miei suoceri.
"Allora, quella e' la navetta. Entrate in quell'area di sosta dopo la sbarra, uscite con lui e lo seguite fino al parcheggio prenotato"
Nonna:"Ok"
Rientro tronfio dentro lo scalo. Manca solo un quarto d'ora ma mi sento fiducioso.
Dopo 10 secondi che sono dentro allo scalo mi squilla il telefonino.
"Gianluca, Gianluca ci siamo persi la navetta!!!!!!!!!!"
Al che veramente mi sono caduti per terra i Ministri dell'interno (Maroni).
Non ce la facevo piu. Neanche stare dietro ad una navetta per due Km.
E poi continua "C'eravamo dietro, poi e' uscito dall'aera di sosta, ma non avevamo gli spiccioli per pagare e la sbarra ci si e' chiusa davanti. Ora il nonno e' andato a cambiare ..... aspetta aspetta!!!! Eccolo la'. E' dall'altra parte della strada. Forse ci sta aspettando ....."
"Che Dio lo benedica, con tutti i suoi ue' e tutti i suoi figa!!!!" penso io.

martedì 11 maggio 2010

Aprile in Danimarca: il viaggio di andata terza parte

La mattina del 26 Marzo, la mia sveglia suona alle 4.15. Avrei potuto anche non metterla. E' stata una di quelle notti in cui non si riesce a dormire perche' hai un appuntamento importante temi di non svegliarti. Tipicamente ti addormenti mezz'ora prima di doverti alzare e quando ti alzi hai a malapena la forza di andare il bagno per fare pipi. Solo una doccia ti può salvare.
Quindi dopo la doccia, scendo giu' in strada e porto la macchina sotto il portone. Inizio a caricare i bagagli in macchina: 3 valige grosse (2 le hanno i miei suoceri), 5 trolley e nella bara sopra il tetto metto i 2 passeggini e la borsa frigo. Iniziamo a svegliare i bambini. Loro si che sono degli zombie. E non ho pure il tempo di buttarli sotto la doccia. Il piano consiste comunque nel farli continuare a dormire in macchina perche' il viaggio fino a Bergamo durera' come minimo 2 ore e mezza e potrebbero anche stufarsi. Diamo loro una veloce colazione e via si parte.
In macchina non abbiamo neanche una cartina. Ormai la strada la so a memoria visto che il giorno prima ho dovuto seguire passo passo i miei suoceri. L'aereo e' alle 10.20, e mi sento abbastanza tranquillo. Spero di arrivare all'aereoporto per le 8.00, di mollare moglie, figli e bagagli ai suoceri ed di andare a portare la macchina al parcheggio gia' prenotato via internet. Lo stesso che ho gia' prenotato per i miei suoceri. Mia moglie dice che sono un illuso.
Io invece ci voglio credere e mi dico "Belin, sono li a 10 Km arriveranno prima di noi o no?".
Per le 7.00 prendo il telefono e faccio un rapido check telefonico.
"Pronto Giuseppina, siamo a 60 Km da Bergamo dove siete?"
Giuseppina:"Stiamo scendendo a fare colazione!!!"
Vabbe' sono leggermente in ritardo penso ma forse arrivano prima di noi.
Ed io: "Ok ci sentiamo piu' tardi, cosi' ci mettiamo daccordo per benino su dove vederci"
Noi ci fermiamo a pochi Km da Bergamo per far fare pipi ai bambini e la colazione a mia moglie.
Sono le 8.00.E' l'ora di chiamare i suoceri e prendere precisi accordi sull'appuntamento all'aereoporto.
Io:"Pronto Giuseppina, dove siete?"
Giuseppina "Stiamo finendo di fare colazione"
Sottofondo "Non ce la fremo mai, non ce la fremo mai, non ce la fremo mai ...."
Io:"Sticazzi, un'ora per fare colazione! Hai paura che non ti dia da mangiare per 20 giorni? Uscite da sto albergo che siamo quasi arrivati, e gia' che ci sei mettiti in borsa 2 o 3 brioches che sull'aereo per prendere un panino bisogna accendere un mutuo!!!!! E fatevi dare indicazioni per raggiungere l'aereoporto per favore."
La nostra corsa verso Bergamo riprende.
Non so perche' ma mi aspetto di incrociare un casello con scritto Bergamo-Aereoporto come a Genova. Peccato che quel casello non esista e quindi io continuo dritto per la mia strada superando bellamente l'uscita di Bergamo. Solo quando incontro l'uscita di Dalmine, mi accorgo che devo tornare indietro. Sono le 8.30 ed iniziamo ad essere in leggero ritardo pure noi. Alle 9.40 chiude il checkin e devo ancora portare la macchina al parcheggio. Scendo quindi alla stazione successiva a Dalmine ed inverto la rotta. Alle 8.50 incrocio Dalmine di nuovo. Ora in pratica sono dove stanno i miei suoceri in albergo, magari li incrocio in autostrada ed andiamo assieme all'aereoporto.
Chiamiamo di nuovo:
Io:"Adesso dove siete?"
Giuse:"Stiamo uscendo dall'albergo. Arriviamo!!"
No way. Quindi ora siamo davanti a loro nonostante siano partiti il giorno prima.
Esco a Bergamo. Le indicazioni verso l'aereoporto sono facili da seguire ed in un momento ci troviamo di fronte allo scalo. Quindi anche loro non avranno difficolta. La strada e' semplice: prendono l'autostrada a Dalmine, fanno un casello, escono a Bergamo e seguono per aereoporto.
Non si perderanno mica????????????
E te lo credi, tu che stai leggendo ......

lunedì 10 maggio 2010

Aprile in Danimarca: il viaggio di andata seconda parte

Ormai e' tutto pronto. La sera del 24 marzo carico fiducioso nella macchina di mio suocero due delle 5 valige grandi, di cui 4 comprate nuove di pacca per l'occasione. Il tizio del negozio di valige ancora ci benedice perche' anche i miei suoceri se le sono comprate nuove.
Non mi aspetto che i miei suoceri partano la mattina del 25 Marzo, no non ho mai sognato niente del genere. Ma almeno speravo potessero partire secondo i loro standard quando vogliono partire presto: cioe' verso le 14.00.
Succede pero' spesso che l'agitazione possa aggravare la situazione di chi e' normalmente affetto da colite. Potrei raccontare decine di episodi che mi riguardano direttamente, e non manchero' in seguito di dilettare il mio affezionato pubblico su un argomento di sifatta levatura.
Alle 16.30 mi affaccio alla finestra. E' un sussulto.
Mio suocero sta prendendo la macchina e la posteggia davanti al portone.
Per delle persone normali, questo e' il segnale di un'imminente partenza vero?
Infatti. Ho detto per delle persone normali.
Io mi affacciavo ogni cinque minuti sperando di non vedere piu' la macchina, ma lei no. Si ostinava a stare li. Sul marciapiede.
Gia me lo immagino il dialogo tra i due in quel frangente.
Uno afflosciato sul divano che si tiene la testa con le mani davanti agli occhi ripete come un automa le frasi imparate al corso di training autogeno:
"Non ce la faremo mai, non ce la faremo mai, non ce la faremo mai .... Giuseppina ti sbrighi????????"
L'altra che ormai riconosce il gabinetto come propaggine del proprio corpo, gli urla da seduta:
"Non mi agitare se no non smetto!!!!!!"
Insomma piu' uno si agita e piu' ne fa e piu ne fa e piu si agita perche' e' in ritardo.
Alle 18.3o sono ancora li.
Allorche' mio suocero decide di uscire ad aspettare in macchina.
Giusto in tempo per farsi prendere per i fondelli dal nostro comune amico napoletano, padre del fidanzato di mia figlia. Come coglionano bene i napoletani! Sembrano nati per farlo.
Alle 19.00 finalmente partono.
Ho consigliato loro, di evitare la tangenziale di Milano, pensando che ci sarebbero passati durante l'ora di punta, ma di prendere per Piacenza ed arrivare a Bergamo passando da Brescia. Arrivati a Bergamo avrebbero dovuto continuare per Dalmine dove li aspettavano quelli dell'albergo.
Tralasciando le varie fermate agli autogrill perche' evidentemente mia suocera non ha potuto portarsi il cesso in macchina, sono partiti per Bergamo, con una sola indicazione in testa.
"No Milano, No Milano, No Milano, No Milano, No Milano ......"
Io sono al PC, i bambini dormono mia moglie si guarda l'agoniata puntata dei Ris quando ricevo una telefonata per le 21.30 dove speravo mi dicessero.
"Siamo arrivati, tutto Ok, dove ci vediamo domani?".
Sei proprio un'illuso Giangy. E'mia suocera che parla e dice: "Siamo tra Brescia a Bergamo dispersi nella pianura. Vorremmo chiedere informazioni; ma incontriamo solo persone di colore ed ubriachi. Ora c'e' una rotonda. Che facciamo giriamo a destra?".
E di sottofondo:
"Non ce la faremo mai, non ce la faremo mai, non ce la faremo mai ....."
Cosa vuoi rispondere se non "Ma perche caz... siete usciti dall'autostrada?"
Beh la risposta ha anche una certa logica.
Semplicemente poco prima di arrivare a Brescia, anche passando da quella parte iniziano ad indicare Milano.
E loro hanno una sola indicazione:
"No Milano, No Milano, No Milano, No Milano, No Milano ......"
Quindi vedendo l'indicazione si cortocircuitano, si invegendano tra di loro si autoconvincono di aver sbagliato strada.
Quindi che fanno?
Escono e chiedono informazioni.
Forse pensavano che le uscite lombarde fossero come quelle della liguria che magari dopo 100 o 200 metri trovi un cavolo di bar a cui chiedere. Li invece e' tutto capannoni e casolari e ci sono solo persone di colore ed ubriachi.
Per miracolo raggiungono un paesino di nome Rovato e rientrano in autostrada.
Non so come abbiano raggiunto l'albergo ma verso mezzanotte dopo 5 ore di viaggio ce l'hanno fatta. Io posso andare a letto. Il giorno dopo partiamo noi. Partenza prevista alle 5.00.

domenica 9 maggio 2010

Aprile in Danimarca: Il viaggio di andata prima parte.

Si avvicina dunque a grandi passi il giorno della partenza.
Ancora fino a due giorni prima non abbiamo scelto la casa dove abitare. La mancanza di sicurezza sulla presenza dei nonni (ancora recalcitranti) non ci permette di capire quali potrebbero essere le nostre esigenze dal punto di vista abitativo.
Sembra infatti che non ci siano in Struer case adatte ad ospitarci, sopratutto se fossimo in 7 invece che 5. Dal punto di vista dei costi, l'unico vincolo che abbiamo e' quello che la casa deve costare meno del prezzo che avrei pagato singolarmente andando in hotel come fanno tutti gli altri.
Abbiamo cercato aiuto via telefono presso gli uffici del comune in Struer ed alla fine ci siamo rivolti ad un sito che ci aveva suggerito pure il buon Littlebrands.
Mia moglie gli aveva voluto pure parlare per avere qualche suggerimento.
Non si e' presentata nel migliore dei modi al telefono. Ha esordito cosi:
"Ciao, a parte che ti odio, vorrei sapere ....."
Che fenomeno che e'!!! Lei e' molto diretta e sincera e voleva esprimere la sua opinione su chi mi aveva dato quella splendida idea!!!! Ogni tanto qualcuno la prende per falsa in quanto a volte ti riempe di complimenti perche' magari fai delle cose che le piacciono. Quando lei fa questi complimenti e' perche' in quel momento li sente, ma non omette di insultarti (sempre con classe, per carità) quando fai qualcosa che non le va a genio. E' in quel momento, che la gente superficiale pensa che lei sia falsa. Ma appunto, si tratta di gente che bada solo all'apparenza delle cose.
La casa alla fine e' stata prenotata. Si trova a 8 KM da Struer in un paesino di Summer Cottages dove a parte i cottages non c'e' veramente altro. Trattasi di Toftum Bjerge.
Il mezzo di trasporto in Struer deve essere una macchina che mi possa permettere di raggiungere Toftum dall'aereoporto di Billund con tutte le mie valige. Quindi noi abbiamo: 5 valige grosse, 5 bagagli a mano, due passeggini 3 bambini e 2 adulti. L'unica macchina che e' ingrado di portarci e' un pulmino. Penso che ci stiano pure i miei suoceri con le loro 2 valige ed i loro bagagli a mano, ma siamo pronti ad affittare un'altra macchina se per caso non ci stessero.
Alla fine i nonni accettano, ma solo a condizione che loro non spendano niente, in quanto questa spesa non era prevista e loro non l'avrebbero mai fatta. Quindi mi accollo tutte le loro spese di viaggio pensando che la loro presenza garantisse maggiore sicurezza per i bambini.

Loro quindi andranno con la propria macchina a Bergamo (portandoci 2 valige) e noi con la nostra la mattina del 26.
Poiche' mio suocero' e' ancora indeciso fino all'ultimo, prenoto loro solo il viaggio di andata.
Con questa mossa mi garantisco 2 obiettivi:
1) Se alla fine non venissero mi perdo il costo del solo il viaggio di andata
2) Non prenotando il ritorno li ho illusi che se non si fossero trovati bene sarebbero potuti tornare anche dopo 2 o 3 giorni invece che il 9 Aprile come nei nostri piani.

Alla fine accettano, ma mi chiedono di partire il giorno prima perche' non se la sentono di viaggiare di mattina presto con il buio. Prenoto loro quindi una notte in albergo a Dalmine nelle vicinanze dell'aereoporto. Io sono contento. Mi sembra una buona soluzione. Non ero convinto di riuscire a prendere l'aereo tirandoci dietro pure la zavorra dei nonni, che di solito non sono pronti a partire prima delle 2 di pomeriggio figurarsi per le 5.00 del mattino.

Ma ogni precauzione si e' rivelata inutile .....

giovedì 6 maggio 2010

Aprile in Danimarca: la genesi del viaggio quarta parte

A 20 giorni dalla partenza, appena tornati da una settimana bianca fisicamente devastante, iniziamo quindi ad organizzare il viaggio verso la Danimarca e soprattutto il nostro soggiorno.
Le problematiche sono molteplici e vengono affrontate una ad una con precisione e meticolosita'.
Ci dividiamo i compiti:
Gianluca si occupa del viaggio (quindi prenotazione aerei, organizzazione macchine, prenotazione parcheggi ....)
Monica del soggiorno (ricerca della casa, aiuti per tenere i bambini ....)
Abbiamo pero' un obiettivo comune.
Risparmiare il piu' possibile sui costi. Sia su quelli rimborsati dalla ditta che ha esplicitamente intimato di non voler spendere di piu' di quanto avrebbe speso se fossi andato da solo, sia quelli non rimborsati, perche' va bene l'amore per il lavoro ma si correva il rischio che fossi l'unico babbeo che sarebbe andato in trasferta perdendo dei soldi invece di guadagnarli.
Gia' solo il biglietto aereo andata e ritorno per moglie e figli sarebbe costato quasi la meta' della diaria ricevuta per i venti giorni previsti.
L'idea di iscrivere ufficialmente all'asilo i bambini per un mese, naufraga quasi subito, perche' ci viene confermato da piu' parti, che bisogna fare questa richiesta almeno 3 mesi prima.
E qui nasce l'esigenza di avere qualcuno con noi. Non e' pensabile che mia moglie tenga per 20 giorni 3 bambini da sola. Rimane quindi la soluzione nonni.
Questa non e' una cattiva soluzione. Basta solo convircerli.
Si parla prima con nonna Giuseppina. Lei e' una signora che ha smesso di lavorare da giovane per dedicarsi ai figli, ed ha fatto la casalinga disperata da 35 anni a questa parte. Ha paura dell'aereo. E' inizialmente entusiasta di tutte le cose, anche di quelle che non dovrebbero riguardarla, ed interviene in qualunque discussione anche quando l'intervento non e' richiesto. La sua voce e' penetrante e acuta e quando parla ti spacca le orecchie. Purtroppo ha dovuto subire delle radiazioni anni fa per affrontare un brutto male per cui, soprattutto alla mattina, ha bisogno di un gabinetto nelle vicinanze. Lei ovviamente accetta entusiasta.
Poi si cerca di convincere nonno Giovanni. Ha lavorato per piu' di quarant'anni e da quando e' andato in pensione (circa 6/7 anni fa) lo si e' visto sorridere poche volte. La maggior parte delle volte che ha sorriso, lo ha fatto per i suoi nipoti. Molto abitudinario. Fisicamente sta abbastanza bene a parte qualche problema agli occhi. Dice di vedere doppio.
Lo credo io che e' depresso, gia' vedere mia suocera tutto il giorno non e' che sia il massimo, ma vederla doppia .......

mercoledì 5 maggio 2010

Aprile in Danimarca: La genesi del viaggio terza parte

Siamo quindi a metà dicembre con le attivita' da trasferire individuate e divise per aree. Ciascun gruppo ha la propria area di competenza. Io sono l'unico che appartiene a piu' di un gruppo. Questo perchè la mia esperienza lavorativa e' un po' diversa rispetto a quella degli altri. Il mio non saper mai dire di no, accompagnato dalla mia passione per gli argomenti nuovi (spesso figlio della noia procurata da quelli vecchi), mi ha fornito di un curriculum talmente esteso e variegato da non potersi paragonare a quello di quasi nessuno dei componenti del progetto. Quindi, in poche parole, so un po' di tutto senza essere "il Guru" di niente. In un contesto del genere pero', nel quale quasi tutti non sanno niente, ecco che la mia persona puo' dare un contributo importante.
A Gennaio iniziano a partire per la Danimarca le prime persone, poi altre, poi altre ancora.
Viene creato e diffuso persino un file nel quale per ogni persona sono segnate le settimane pianificate in Danimarca.
La mia riga e' vuota. Completamente vuota. Terribilmente vuota. Inesorabilmente vuota.
E ne ero felice, all'inizio. Era cio' che volevo.
Passano le settimane, ognuno porta a casa le proprie esperienze, ognuno racconta cio' che a visto, cio' che ha fatto, cio' che va e cio' che non va.
Io posso solo immaginare cosa vuol dire andare o stare là.
La cosa inizia a scocciarmi. Mi sento parte di un gruppo ma mi manca qualcosa.
Finchè un giorno di fine Febbraio un collega, Fabry Reds, mi chiede per l'ennesima volta "Ma non puoi andare neanche per 2 o 3 giorni?". Lo stesso giorno un altro collega, LittleBrands, mi dice: "Sai, tra marzo ed aprile viene su anche mia moglie con i 2 bimbi".
Ecco l'idea. Portare su tutti.
Ho solo da convincere mia moglie.
La conosco da una vita. C'e' solo una possibilità.
Puntare sul suo straordinario spirito di competizione.
Non avrebbe potuto opporre resistenza sentendo una frase del tipo:
"Sai, c'e un mio collega che va su con la famiglia. Hanno due bambini. Con tre a me pare proprio impossibile!".
Detto fatto. Dopo 2 ore avevamo gia' le valige pronte.
Siamo stati con 10 valige pronte in casa per 25 giorni.
Ora che le valige sono pronte, non ci resta che affrontare il resto dell'organizzazione.

martedì 4 maggio 2010

Aprile in Danimarca: La genesi del viaggio seconda parte

Come si puo' descrivere cio' che e' stato il ciclone Danese per noi Ericsoniani di Genova?
Secondo me non si puo' descrivere. Loro sono stati i nostri competitor interni per 4 anni, poi quando avevamo iniziato a capire il loro "way of working", a tirare fuori qualche progetto comune decente ed a collaborare in maniera produttiva all'improvviso li chiudono, cosi in un batter di ciglia.
Dal giorno dopo parte il mega progetto di trasferimento delle competenze.
E' chiaro fin da subito che difficilmente chi entra dentro il progetto potra' esimersi dal passare almeno un giorno in terra Danese.
In famiglia pero' il concetto e' chiaro:
"Io non posso andare via, nemmeno per due giorni, nemmeno per uno, nemmeno per un'ora".
Insomma sono una risorsa indispensabile. Sopratutto mattino e sera quando c'e' da vestirli per andare all'asilo al mattino e la sera per metterli a nanna. Nessun sostituto puo' essere all'altezza. I meccanismi sono rodati. No way direbbero gli Americani.
I miei superiori lo sanno, ed e' soprattutto per questa situazione che mi e' concesso il telelavoro.
Nel progetto pero' ci devo entrare. Siamo solo in 3 o 4 che hanno avuto pesantemente a che fare con il loro software e non si puo' buttare via questa esperienza.
Passiamo dei giorni a cercare attivita' del transfer che possano essere fatte anche a Genova. Ce ne sono in realta' un bel po' ma sparse tra le diverse aeree. Fu cosi che vengo assegnato a due sottogruppi diversi; il gruppo violet ed il gruppo blue.

lunedì 3 maggio 2010

Aprile in Danimarca: La genesi del viaggio.

Ma che cosa ho nel cervello? E' anni che me lo chiedo. Sono arrivato alla conclusione, che io non ho cervello. O almeno mi maca la parte che e' in grado di capire che "basta Gian, va bene cosi. Che vuoi di piu' dalla vita?". La parte che si accontenta dello "status quo", di cio' che ho cercato di raggiungere nei mesi precendenti e con fatica ho ottenuto.
Una volta un mio amico disse all'università: "Eh, vorrei vedere voi a vivere con il mio cervello!!!".
Se ti ribecco in giro, facciamo cambio subito. Ci stai?
Dicevo. Che altro chiedere alla vita?
Ho tre figli meravigliosi, i miei genitori stanno bene, abito in un posto ritenuto tra i piu' belli di Genova, ho un lavoro che piu' o meno mi piace e che soprattutto svolgo prevalentemente da casa ed una moglie che mi stima tantissimo. Alla Fantozzi per intenderci.
Che altro vuoi dalla vita?
"Un lucano" avrebbe risposto una vecchia pubblicita'.
"Non lo so" rispondo io.
Ho solo capito che dovevo cambiare qualcosa perche' io adoro vivere risolvendo problemi e situazioni. E quando non ho niente da risolvere, nulla da aspettare o da rischiare cado inesorabilmente nella depressione piu' profonda.

Perche' scrivere ....

Io che non ho mai preso piu' di sei e mezzo nei compiti in classe di Italiano.
Io che se arriva una mail piu' lunga di 10 righe la butto via automaticamente.
Io che se mi dicono "leggiti il documento" penso "ma che documento e documento domani ti rompo le balle per un'ora e mi spieghi ste 200 pagine".
Io che odio tutto cio' che non e' pratico e non e' diretto ad uno scopo ben preciso.
Io, quello li che ho appena descritto, ho deciso di scrivere perche' e' arrivato il momento di raccontare (anche solo a me stesso), i miei pensieri, parole opere ed omissioni, del presente e del passato. Si racconteranno in questo Blog eventi lontani nel tempo ed eventi vicini. Non so se avro' dei lettori. Adesso devo smetterla sono gia' alla nona riga ed uno come me non leggerebbe oltre.